La ricerca al servizio dei “Sapienti”

La ricerca al servizio dei “Sapienti”

Aprile 2019 Off Di Giovanni Brancato

Teodoro Valente
Prorettore alla ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico

 

Parlare di ricerca significa porre al centro del dibattito uno dei tratti più caratterizzanti della società contemporanea. L’innovazione e la ricerca tecno-scientifica rivestono un ruolo inedito nella vita di tutti noi; non solo per le immediate ripercussioni che l’innovazione tecnologica ha nelle pratiche e nei processi sociali, ma ancor di più per il superamento delle nuove e sempre più impegnative sfide che la modernità ci pone dinanzi. Ed è, ad ogni modo, per questa importanza convintamente riconosciuta importanza che l’Ateneo negli ultimi anni ha scelto di concentrare ed incrementare i propri sforzi, sia organizzativi che di investimento, in tale direzione. Tale scelta si mostra in linea – alla luce della cosiddetta 4a rivoluzione industriale – anche con la necessità di disporre di capitale umano (il vero patrimonio del Paese) con alta qualificazione; conditio sine qua non, quest’ultima, per essere protagonisti nello scenario economico e politico internazionale attuale. Ma, soprattutto, essa genera la possibilità di poter contare su figure di eccellenza che fanno “camminare” la ricerca, o che conoscano e comprendano come la ricerca “deve” o “dovrebbe” avanzare. Giovani che valorizzano la necessità di “fare ricerca” così contribuendo al messaggio che, istituzioni come quella che mi onoro di rappresentare in tale ambito, devono porre al centro delle proprie politiche: generare e diffondere nuova conoscenza è il motore di un sistema a misura d’uomo e per la società che abbiano acquisito – comprendendone l’importanza – la capacità di “fare rete”. È tutto questo, insieme alle competenze, il valore irrinunciabile del capitale umano di cui abbiamo bisogno oggigiorno e, in prospettiva, nel futuro.

È in tale direzione che si è mossa la Sapienza in questi ultimi anni, impegnandosi a mantenere sempre attivo il proprio impegno per la ricerca, con un costante incremento di risorse a ciò destinate e con un continuo impegno nella ideazione e realizzazione di iniziative collaborative di ampio respiro. Difatti, in riferimento al principale canale di finanziamento interno, ovvero l’insieme dei “Bandi di Ateneo”, La Sapienza ha posto, nel Bando Ricerca, un’attenzione sempre crescente nei riguardi delle diverse tipologie di progetti ed iniziative presentate da docenti, ricercatori, assegnisti di ricerca, dottorandi e specializzandi. Per questi ultimi, nello specifico, l’Ateneo ha dedicato la categoria di bandi denominata “Avvio alla ricerca”, destinata esclusivamente ai dottorandi, assegnisti e specializzandi, e contribuisce all’individuazione di obiettivi di ricerca e alla predisposizione di domande di finanziamento presentate da giovani ricercatori. In generale, lo stanziamento complessivo dell’Ateneo di fondi per tali progetti di ricerca è stato complessivamente pari a oltre 14 milioni di euro. Rilevante lo stanziamento, sia in assoluto che in termini di incremento percentuale, per i Grandi Scavi Archeologici, area disciplinare in cui l’Ateneo eccelle a livello internazionale e che consente anche a molti studenti di disporre di una sorta di “laboratorio sul campo”. All’importo già citato, si aggiungono poi circa 32 milioni di euro di altri finanziamenti di Ateneo per Ricerca e Trasferimento Tecnologico, destinati all’internazionalizzazione della ricerca (accordi e visiting), ad assegni di ricerca e contratti ricercatori RTD, al deposito e mantenimento di brevetti e alle borse di dottorato, supportate queste ultime con circa 17 milioni di euro. Anche l’istituzione del Premio Minerva alla Ricerca Scientifica, di concerto con la Fondazione Roma Sapienza, giunto alla seconda edizione, è un segno della continua attenzione verso il grande ed eccellente lavoro svolto nell’ambito dei dottorati di ricerca.

Al contempo, non bisogna dimenticare la rilevanza che la ricerca, insieme alla didattica e alla “terza missione”, ricopre nella definizione delle attività di una realtà universitaria, ed ancor di più per un Ateneo come La Sapienza, che grazie ad una comunità composta da oltre 110.000 studenti, è ad oggi la più grande università d’Europa. Ma “fare ricerca” significa anzitutto “educare all’innovazione”. Un esempio è il sempre maggior interessamento da parte della Sapienza nei confronti del Dottorato di ricerca, il livello di istruzione più alto riconosciuto in Italia, che ha nell’aumento delle borse di dottorato messe a disposizione degli allievi, una reale e concreta evidenza della direzione che il nostro Ateneo si è prefissato di percorrere. A ciò si aggiunge la possibilità di confrontarsi internamente, a livello internazionale, con gli stages ammessi durante il percorso dottorale, l’opportunità di frequentare, in ogni specifico ambito di pertinenza, Atenei e Centri di ricerca prestigiosi, o ancora di occuparsi di temi alla frontiera della conoscenza (sia essa tecnica o scientifica, umanistica, economica, sociologica, medica e così via), la possibilità di affrontare ricerche tenendo conto degli aspetti multidisciplinari e intersettoriali (oggi irrinunciabili in ambito di innovazione), cimentandosi con la pianificazione e la gestione della complessità in ambito scientifico.

Inoltre, nell’ambito dei progetti di grande ampiezza ed eccellenza scientifica viene riservata una particolare attenzione alle iniziative in linea con i temi per la Ricerca europea. A titolo di esempio si possono ricordare:

  • le attività in corso per l’implementazione della “Human Resources Strategy For Researchers” con relativo riconoscimento da parte della Commissione Europea con l’attribuzione del logo “HR Excellence in Research”. Si tratta di un insieme di iniziative finalizzate a dare attuazione alla Carta europea dei ricercatori e al Codice di condotta per il loro reclutamento, sulla base di principi sanciti dall’Unione Europea che regolano diritti e doveri degli Enti di Ricerca/Università e dei ricercatori in ogni fase della propria carriera. Lo scopo principale è migliorare le condizioni di lavoro di tutti gli attori della ricerca e rendere l’ambiente di lavoro attrattivo per i migliori talenti;
  • l’iniziativa Saperi&Co che ha condotto alla realizzazione di un Centro di Ricerca e Servizi di Ateneo partecipato da numerosi Dipartimenti, dotato, tra l’altro, di un Fablab, una stampante 3D di ultima generazione, spazi di co-working, aula multimediale per la formazione, e disponibile per la comunità dei ricercatori e degli studenti, da utilizzarsi anche come luogo di incubazione di idee in collaborazione con l’esterno;
  • l’istituendo Centro di Competenza Nazionale Cyber4.0, sulla Cybersecurity, ove l’Ateneo è capofila coordinando un’azione di respiro nazionale che coinvolge tutte le Università del Lazio, l’Università dell’Aquila, il CNR, l’INAIL, 37 realtà industriali ed associative, con un budget prossimo a 14 milioni di euro, di cui il 50% cofinanziato dal MISE. Le attività riguarderanno i temi della cybersicurezza declinate anche negli ambiti tematici dell’e-health, dello spazio e dell’automotive.

Un insieme di azioni che tende, appunto, a far camminare la ricerca, valorizzando e supportando tutte le potenzialità e le competenze presenti all’interno dell’Ateneo.