Facilitatori e ostacoli per l’adozione di uno stile alimentare sano

Gli stili di vita sani (alimentazione sana e attività fisica regolare) sono i principali strumenti per guadagnare salute: favoriscono il benessere generale e mentale, prevengono le malattie croniche non trasmissibili (come l’obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, ecc) e riducono le principali cause di mortalità. Ma cosa può fare ciascuno di noi per adottare uno stile alimentare sano?

Il primo passo è la conoscenza. Le ultime linee guida Italiane (liberamente accessibili sul sito del Ministero della salute) forniscono alcuni semplici principi chiave per una sana alimentazione, culturalmente situata nel nostro paese. Fra questi: bilanciare i nutrienti e mantenere il peso nei limiti consigliati; consumare regolarmente molta frutta e verdura, pane, pasta riso, altri cereali (preferendo quelli integrali) e legumi; bere ogni giorno acqua in abbondanza; consumare quantità limitate di grassi, preferendo quelli vegetali; ridurre il consumo di zuccheri, dolci, bevande zuccherate, sale, alcolici; scegliere alimenti vari, sicuri e sostenibili. Tutti principi che possono essere sintetizzati in quella che viene indicata come dieta mediterranea. La conoscenza, però, da sola non è sufficiente per molte ragioni. La prima è che siamo bombardati da una quantità enorme di informazioni, alcune delle quali errate, e si corre il rischio che l’eccesso di informazione si traduca in disinformazione e renda difficoltoso orientarsi fra messaggi corretti e scientificamente fondati e fake news. Accanto al problema delle scarse o errate conoscenze, si deve anche citare la difficoltà che le persone spesso hanno nel cambiare il proprio comportamento.

Erroneamente si ritiene che “volere sia potere” anche in questo campo dove, invece, gli ostacoli che rendono difficoltoso il cambiamento sono vari. Fra i principali ostacoli le persone indicano la mancanza di tempo: conciliare lavoro e vita privata non è facile. Adottare un’alimentazione sana significa, per le persone che lavorano, pianificare i pasti in anticipo, fare la spesa, preparali e portarli con sé sul luogo di lavoro. Non tutti riescono a farlo preferendo mangiare pasti già pronti o saltare i pasti. Un altro ostacolo importante è il costo: le famiglie economicamente più disagiate, in particolare in seguito all’attuale grave crisi economico-sociale, hanno maggiore difficoltà ad aderire a un pattern alimentare sano, a causa del costo degli alimenti che dovremmo consumare in maggiore quantità (la frutta e la verdura). Altri ostacoli hanno più a che vedere con gli atteggiamenti che le persone hanno nei confronti dell’alimentazione sana: avere un atteggiamento favorevole è di aiuto, ma aiuta anche avere un gruppo sociale di riferimento che condivide abitudini e atteggiamenti favorevoli nei confronti dell’alimentazione sana. Pensiamo, ad es., agli adolescenti che nel tempo libero e in gruppo frequentano i fast food. La condivisione di queste preferenze e di atteggiamenti favorevoli è un importante ostacolo. Inoltre, siamo circondati da messaggi promozionali e pressioni sociali che ci spingono a preferire alimenti non sani o poco sani ma più “palatabili” (perché prodotti con un contenuto elevato di zuccheri o sale e grassi), non a caso le società occidentali vengono indicate come società obesogeniche.

In ultimo, ma non ultimo per importanza, c’è da dire che alcune caratteristiche personali stabili (p.e. la difficoltà nel regolare le proprie emozioni) o variabili (momenti di stress, preoccupazioni, ecc) possono facilmente riattivare vecchie abitudini disfunzionali o ostacolare il cambiamento. Cosa fare, allora, in questi casi? Quando da soli non riusciamo a cambiare un comportamento alimentare sbagliato perché gli ostacoli ci sembrano difficili da superare, possiamo ricorrere ad esperti (p.e. psicologi) con documentate competenze sul tema degli stili di vita, che attraverso programmi di promozione della salute efficaci ci possono aiutare a rimuovere gli ostacoli interni.