La medicina dei “generi”: un’evoluzione necessaria per la cura della persona

La medicina dei “generi”: un’evoluzione necessaria per la cura della persona

Settembre 2023 Off Di Giovanni Brancato

Antonella Polimeni
Magnifica Rettrice Sapienza

L’ultimo “World Inequality Report” evidenzia che la disuguaglianza di genere risulta ancora oggi molto elevata. Ma parlare di gender gap non significa solo parlare di differenze salariali, magari a parità di condizioni di lavoro, ma anche occuparsi di altri aspetti che rendono questo fenomeno ancora più complesso e articolato, tra i quali ad esempio il livello di partecipazione delle donne al mondo della politica oppure quello di accesso a livelli di istruzione secondaria e terziaria. A questi si aggiunge anche il tema dell’uguaglianza in salute con l’obiettivo di migliorare lo stato di salute di tutti, senza discriminazioni, facendo proprio il principio di equità nella cura, e raggiungere quelle pari opportunità nell’ottenere esiti clinici favorevoli (e.g. risposta a trattamenti, riduzione della mortalità, etc.) a fronte di diverse condizioni di partenza.

È in tale scenario che si inserisce il nuovo numero di Sapienza Medica, che intende approfondire il tema della medicina di genere. Sin dagli albori della scienza Medica e fino agli anni ‘90 del secolo scorso, l’attenzione nell’ambito delle Scienze della Salute era rivolta pressoché totalmente al corpo maschile. Solo recentemente, infatti, si sta assistendo ad un cambio di paradigma nelle discipline mediche: da una visione centrata sull’interesse per le malattie si sta passando ad una medicina centrata sulle esigenze dell’individuo di cui si riconosce come valore l’unicità, anche da un punto di vista terapeutico. In ambito biomedico la consapevolezza che il sesso è una determinante cruciale per lo stato di salute o di malattia di un individuo è solo un’acquisizione degli ultimi decenni. 

In questo contesto di valorizzazione delle differenze tra individui, i problemi di salute e il loro inquadramento in termini di diagnosi e terapia non possono prescindere dalla consapevolezza che fattori biologici (legati al sesso di un individuo) e psico-socioculturali (riconducibili al genere di un individuo) sono determinanti di salute ugualmente importanti per la qualità di vita dei pazienti. Questa consapevolezza in ambito clinico ha portato alla definizione della medicina di genere, che non deve essere interpretata come la ‘medicina delle donne’, ma come una medicina che consideri nel suo approccio personalizzato all’individuo il genere come fattore significativo per la distinzione delle patologie, con un criterio genere-dipendente che tenga conto delle suddette differenze e anche, insieme, di altri fattori caratterizzanti, come ad esempio quello dell’età e dunque delle peculiarità della cura in ambito pediatrico, geriatrico, etc.

Ritengo che oggi più che mai vi sia la necessità di contribuire, ognuno sulla base delle proprie competenze ed esperienze, con la raccolta di dati e la realizzazione di studi e ricerche – per questo ringrazio le colleghe e i colleghi Sapienza che hanno preso parte a questa nuova uscita del magazine, nonché le ricercatrici e i ricercatori del Centro di Riferimento di Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità – al fine di promuovere lo sviluppo di tale approccio e di azioni mirate che portino ad un vero cambiamento nella direzione dell’equità anche in ambito medico-sanitario.