La prevenzione cardiovascolare nella donna durante tutte le fasi della vita

La prevenzione cardiovascolare nella donna durante tutte le fasi della vita

Settembre 2023 Off Di Giovanni Brancato

Susanna Sciomer1, Federica Moscucci2 e Carmine Dario Vizza1
1 Dipartimento di Scienze Cliniche Internistiche, Anestesiologiche e Cardiovascolari, Sapienza Università di Roma
2 DAI di Medicina Interna e Specialità Mediche, Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I

Giocare d’anticipo, battere l’aterosclerosi e la malattia cardiovascolare, oggi si può. E’, infatti, ormai acclarato che il corretto controllo dei fattori di rischio cardiovascolare (CV) sia l’approccio vincente. Questi, però, devono essere prontamente individuati e corretti fin dalle prime fasi dello sviluppo. Per tale ragione, la comunità scientifica ha negli ultimi decenni concentrato la propria attenzione sull’individuazione di fattori di rischio CV in ottica di sesso/genere in modo da poter creare un profilo personalizzato ed intervenire nel modo più adeguato e tempestivo possibile.

Accanto ai noti e tradizionali fattori di rischio CV come l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia, il sovrappeso e l’obesità, l’inattività fisica, il fumo di sigaretta, ecc., sono stati individuati altri fattori peculiari di uomini e donne. Se tra gli uomini l’ipogonadismo è da considerarsi come condizione con impatto negativo sulla salute cardiovascolare, tra le donne sono molti quelli da dover annoverare. Tra questi vanno sicuramente menzionate specifiche condizioni connesse all’età fertile. La sindrome dell’ovaio policistico (SOP) è una di queste; non è solo un problema di natura ginecologica, poiché in essa coesistono l’alterata risposta all’insulina (nota come insulinoresistenza), che spesso risulta associata a sovrappeso e steatosi epatica. La SOP può interessare la popolazione femminile anche in giovanissima età; pertanto, se precocemente individuata, può essere trattata e controllata nel tempo, riducendo il rischio CV durante tutto l’arco della vita. Ulteriori fattori di rischio CV sono strettamente legati al periodo della gravidanza: ipertensione/preeclampia e diabete gestazionale, parto pretermine (che avviene prima della 37° settimana di gestazione), basso o alto peso del feto alla nascita, mancato recupero del peso pregravidico ad 1 anno dal parto sono tutte condizioni che comportano un rischio CV aumentato che non si esaurisce con l’espletamento del parto, ma che determina più elevate possibilità nel corso della vita di incorrere in infarto del miocardio, diabete mellito, ipertensione arteriosa ed ictus. E’, inoltre, noto il ruolo protettivo degli estrogeni sul sistema cardiovascolare; è facile quindi comprendere come una menopausa precoce sia da ritenersi un fattore di rischio CV vero e proprio. Altro fattore di rischio strettamente legato al sesso femminile è quello connesso alle terapie oncologiche e radioterapiche subite per il trattamento del carcinoma mammario. Queste, spesso, prevedono la somministrazione di farmaci cardiotossici o l’irradiazione del torace, che possono avere un effetto dannoso sul sistema CV anche a distanza di anni dalla loro somministrazione.

Lo stile di vita delle donne, in particolare dopo la menopausa, è caratterizzato da un elevato grado di sedentarietà con una ridotta attività fisica che a sua volta è associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ad una loro più rapida progressione, caratterizzando una peggior qualità di vita e una più elevata mortalità rispetto agli uomini. Inoltre, nei soggetti sedentari aumenta anche il rischio di cancro al seno, cancro del colon-retto, osteoporosi, depressione e ansia. Sfortunatamente, lo stile di vita sedentario rimane piuttosto diffuso sia tra gli uomini, ma maggiormente nelle donne, tanto da costituire un problema ancora irrisolto di salute pubblica.

E’ quindi chiaro come sia di fondamentale importanza individuare e combattere i fattori di rischio CV, tradizionali e non. Fondamentale è, inoltre, garantire una corretta educazione alla salute, alimentando nelle donne la consapevolezza sui fattori di rischio sesso/genere specifici e sulla propria salute cardiovascolare.