Mobilità internazionale: una carta vincente per il futuro

Mobilità internazionale: una carta vincente per il futuro

Ottobre 2018 Off Di Giovanni Brancato

Luciano Saso
Prorettore alle Reti Universitarie Europee
Coordinatore Istituzionale ERASMUS

 

Il programma Erasmus è uno dei programmi di mobilità di maggior successo della storia dell’istruzione superiore nel mondo e ha consentito ad oltre tre milioni di studenti di effettuare un’esperienza fondamentale dal punto di vista accademico, culturale, sociale ed umano.

Esso nacque nel 1987 grazie alla grande intuizione di poche persone tra cui gli Italiani Domenico Leonarduzzi e Sofia Corradi che capirono la grande importanza degli scambi studenteschi in un periodo in cui la Comunità Economica Europea (l’Unione Europea sarebbe nata solo nel 1992 a Maastricht) contava solo 12 Paesi e l’Europa era molto diversa da quella che conosciamo ora (la Germania era ancora divisa in due, le repubbliche baltiche Estonia, Lettonia e Lituania facevano ancora parte dell’Unione Sovietica, Slovenia e Croazia della Jugoslavia, etc).

Il sistema di istruzione era differente nei vari Paesi europei e i tre cicli di studio (laurea/ bachelor’s, laurea magistrale/master’s e dottorato/PhD) si sarebbero diffusi quasi ovunque solo a partire dal 1999 con il cosiddetto Processo di Bologna proprio per rispondere all’esigenza di “armonizzazione” creata dagli scambi Erasmus. Il nome del programma, scelto in onore del grande umanista Erasmo da Rotterdam che studiò e insegnò in diverse università europee, fu particolarmente azzeccato anche perché, come pochi ricordano, era l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students ed è sopravvissuto a molte riforme con piccole variazioni (Socrates-Erasmus, LLP-Erasmus, Erasmus+).

 

Il programma Erasmus+

Erasmus+ (pronunciato “plus” alla latina o più spesso “plas” in ambito internazionale), attualmente in vigore per il periodo 2014-2020, ha inglobato precedenti programmi di successo quali Leonardo da Vinci e Tempus e dispone di una maggiore dotazione finanziaria rispetto al precedente LLP-Erasmus (2007-2014). Esso consente agli studenti di tutti i cicli di studio (laurea, laurea magistrale, dottorato) di svolgere più esperienze di mobilità all’estero sino ad un massimo di 12 mesi per ciclo (24 mesi per lauree magistrali a ciclo unico come Medicina e Chirurgia, Farmacia, CTF, Architettura, Giurisprudenza, etc) per sostenere esami di profitto, preparare la tesi di laurea o svolgere un tirocinio (traineeship) anche presso strutture non universitarie (aziende, ospedali, etc).

 

La mobilità Erasmus come obiettivo strategico della Sapienza e la crescente attenzione alla qualità

L’internazionalizzazione è un obiettivo strategico della Sapienza che, oltre ad aumentare costantemente il numero degli scambi dei propri studenti, presta particolare attenzione agli aspetti qualitativi della mobilità tra i quali:

  • Accordi con università partner. A tutte le Facoltà è richiesto di monitorare il numero degli accordi esistenti stipulandone di nuovi in tutti i casi in cui ciò possa essere utile per fornire agli studenti migliori opportunità di formazione all’estero.
  • Programmazione anticipata della mobilità. Gli studenti interessati a svolgere un periodo di mobilità internazionale devono informarsi con molto anticipo per programmare al meglio le attività da svolgere.
  • Ottima conoscenza della lingua. Comprendere e parlare bene la lingua di istruzione è fondamentale affinché i risultati accademici ottenuti dagli studenti siano soddisfacenti. Essi sono incoraggiati a raggiungere almeno il livello di conoscenza B2 e ad ottenere la relativa certificazione tramite enti internazionali o il centro linguistico di Ateneo.
  • Riconoscimento completo dei crediti ottenuti all’estero. Sapienza ha dal 2015 un nuovo regolamento per la mobilità internazionale che prevede il cosiddetto riconoscimento “a pacchetti” che non richiede più allo studente di individuare all’estero esami assolutamente identici ai propri ma di definire un insieme di attività che nel complesso possano consentirgli di ottenere simili obiettivi formativi (learning outcomes). In altre parole, lo studente in mobilità seguirà un piano di studi diverso ma ugualmente valido definito dal learning agreement Erasmus che deve essere approvato dal Responsabile Accademico della Mobilità Internazionale (RAM) del suo corso di laurea. Gli studenti sono incoraggiati ad ottenere all’estero circa 30 crediti per ciascun semestre.
  • Conversione corretta dei voti. La progressiva armonizzazione dei sistemi di istruzione europei introdotta dal Processo di Bologna nel 1999 non ha purtroppo riguardato le procedure di “grading” e nei diversi Paesi esistono scale molto diverse (10-20, 1-5, 18-30+, etc). Come chiarito da un recente progetto europeo di cui Sapienza è stato un importante partner, la conversione va effettuata su base statistica confrontando opportune tabelle di distribuzione dei voti nei diversi corsi di laurea.

 

I tirocini (traineeships) Erasmus+

Come si è detto, il programma Erasmus+ consente agli studenti di svolgere, oltre a periodi di studio all’estero, anche tirocini di durata variabile dai 2 ai 12 mesi durante il corso di laurea o anche nei 12 mesi successivi al conseguimento del titolo a patto che abbiano vinto la borsa di studio prima della fine degli studi. Le traineeships possono essere svolte anche in strutture non universitarie come aziende e ospedali, e sono particolarmente utili per fornire agli studenti una buona esperienza professionale e orientarli verso la scelta della professione.

 

L’effetto positivo dell’Erasmus sull’occupabilità dei laureati

È noto da tempo che l’occupabilità dei laureati che abbiano svolto un’esperienza Erasmus sia più elevata rispetto ai colleghi che non abbiano usufruito di questa opportunità e un recente studio lo ha confermato in maniera inequivocabile. Si ritiene che tra le cause di questo importante risultato vi sia il miglioramento di qualità fondamentali degli studenti tra cui l’indipendenza, la capacità di risolvere i problemi, la capacità di comunicare e relazionarsi con altre persone, la capacità di operare in team, la formazione interculturale, il miglioramento delle conoscenze linguistiche, il networking internazionale, etc. Queste qualità e capacità sono dette soft skills (per distinguerle dalle hard skills che riguardano i contenuti degli studi e dei trainings) e sono molto apprezzate dalle aziende che guardano con grande attenzione alla personalità dei loro potenziali collaboratori e alla loro attitudine ad inserirsi in maniera ottimale nell’ambiente di lavoro.

 

Conclusioni

Il programma Erasmus è una grande opportunità per gli studenti europei che sino a pochi decenni fa era considerata un sogno. Esso offre possibilità di formazione non disponibili “at home” e migliora le soft skills degli studenti favorendone l’inserimento nel mondo del lavoro. Sapienza crede molto in questo programma e cerca di favorire la mobilità di tutti gli studenti a prescindere dalle condizioni economiche, cofinanziando le borse europee con contributi aggiuntivi di ateneo. Roma è una città particolarmente cara e una mobilità internazionale ben programmata, anche considerando sedi universitarie di qualità ma non localizzate in città ad alto tenore di vita può essere accessibile a tutti.

Grazie al nuovo regolamento di ateneo e al grande impegno del personale docente (CAM e RAM) e amministrativo di Facoltà (RAEF) e centrale (Area per l’Internazionalizazzione), l’Erasmus della Sapienza può davvero diventare “Erasmus for All” come la Commissione Europea ha chiamato per qualche tempo il programma 2014-2020.