Stime epidemiologiche sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento
Settembre 2022 Off Di Giovanni BrancatoCarla Sogos e Vincenzo Leuzzi
Dipartimento di Neuroscienze Umane
I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), rappresentano una categoria di disturbi del neurosviluppo, che si manifestano con la difficoltà a leggere in modo fluente, scrivere e fare i calcoli correttamente. Si presentano in età evolutiva e accompagnano le bambine e i bambini nel loro percorso scolastico, con caratteristiche che non sono statiche ma si modificano nelle diverse fasi evolutive in rapporto alle caratteristiche neurobiologiche, alle comorbidità, agli adattamenti individuali, alle richieste ambientali e ai supporti attivati. Vengono definiti Specifici perché sono circoscritti ad un determinato dominio di abilità, mentre il funzionamento intellettivo generale non viene compromesso.
Non esiste una causa certa dei DSA: si concorda sulla loro origine neurobiologica, ma non esistono ad oggi marker biologici affidabili per la loro identificazione e la diagnosi continua a basarsi prevalentemente sulla osservazione comportamentale e sulla misurazione delle abilità di lettura, scrittura e calcolo attraverso specifici test e scale di sviluppo. Tra i fattori di rischio più rilevanti si riconosce la presenza di un Disturbo di Linguaggio in età prescolare e la familiarità, cioè la presenza di altri casi di DSA nel proprio nucleo familiare.
I DSA presentano un’elevata frequenza di diagnosi in comorbilità, ovvero la presenza in un unico soggetto di più DSA (Dislessia, Disgrafia, Discalculia, Disortografia) o di altri Disturbi del Neurosviluppo (Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività, Disturbi della Coordinazione Motoria) o di Disturbi Psicopatologici (Ansia, Depressione, Rifiuto scolastico). Questi Disturbi in comorbilità aumentano la severità globale del disturbo e si aggravano significativamente quanto più tardiva è la diagnosi del DSA e il conseguente inizio del trattamento.
La misura della prevalenza dei DSA nella popolazione risente della complessa espressività descritta e, come per tutti i disturbi del Neurosviluppo, presenta oscillazioni molto ampie in relazione ai criteri diagnostici scelti, all’età di rilevazione ed alle caratteristiche ortografiche della lingua.
Le stime epidemiologiche degli altri paesi europei sui DSA si collocano tra il 5% e il 12%. L’ultima revisione del Manuale Diagnostico e Statistico dell’Associazione degli Psichiatri Americani (APA, DSM V, 2013) ha innalzato le stime di prevalenza di questi disturbi dal 2-10% (APA, DSM IV-TR, 2000) al 5-15%.
L’Italia non dispone di una banca dati nazionale per i Disturbi neuropsichiatrici. L’unica fonte ufficiale disponibile è, quindi, quella delle certificazioni scolastiche redatte ai sensi della Legge 170 che, nell’anno scolastico 2018/19, hanno interessato il 4.9% della popolazione scolastica con un’ampia variabilità per ordine di scuola (3.1% nella scuola primaria) e il 5,3 per cento per quanto riguarda la secondaria di primo grado (con picchi che vanno oltre il 12%).
I dati mostrano una crescita costante, che ha subito un incremento dello 0,4% delle certificazioni: si parla quindi di 4 certificazioni in più ogni 1.000 studenti rispetto all’anno precedente.
Complessivamente, nel 2017/2018, 177.212 alunni presentavano dislessia (disturbo nell’imparare a leggere), 79.261 disgrafia (disturbo nell’imparare a scrivere), 92.134 disortografia (disturbo nell’utilizzare il codice linguistico), 86.645 discalculia (disturbo nel calcolo matematico).
Se prendiamo in considerazione la diffusione territoriale, possiamo segnalare che le certificazioni di DSA sono state rilasciate in misura maggiore nelle Regioni del Nord-Ovest, in cui la percentuale sul totale dei frequentanti è stata pari al 4,8%. Percentuale elevata anche nelle Regioni del Centro (3,9%) e del Nord-Est (3,6%). Percentuale nettamente inferiore nel Sud (1,6%).
L’aumento delle stime sugli studenti con DSA è dovuto a motivi vari e complessi ma certamente indica una migliore sensibilità dei clinici (ma anche di genitori e insegnanti) nel riconoscere questi disturbi e nella capacità di diagnosticarli. Al di là di questo dato emerge una persistente discrepanza tra le varie macro-aree del Paese, con percentuali di alunni con DSA che vanno dal 7,5% del Nord-Ovest al 2,4 del Mezzogiorno. Non solo, in Regioni come Campania e Calabria le certificazioni si attestano intorno al 1,5% della popolazione scolastica.
A questo proposito è importante sottolineare come i DSA abbiano effetti persistenti e spesso invalidanti per la vita dei ragazzi e delle ragazze (ad esempio, prematuro abbandono scolastico, difficoltà lavorative, ecc.). Inoltre, soprattutto se non riconosciuti in modo tempestivo, possono comportare conseguenze di tipo psicopatologico (da una bassa autostima, a un senso di impotenza appresa, fino a forme più franche di ansia/depressione), o a problemi della sfera comportamentale capaci di interferire anche in modo significativo con l’adattamento personale e sociale.
Sono dati su cui bisogna riflettere con attenzione, con l’obiettivo di sviluppare un percorso volto a ridurre questa eccessiva disomogeneità, che dimostra una difficoltà di presa in carico da parte dei servizi sanitari a livello territoriale e una sensibilità alla dislessia ancora troppo scarsa da parte della scuola.