Il ripristino e il mantenimento del benessere psicofisico della persona con obesità passano per una corretta alimentazione
Gennaio 2023 Off Di Giovanni BrancatoRenata Risi, Mikiko Watanabe, Stefania Mariani, Carla Lubrano, Lucio Gnessi
Dipartimento di Medicina Sperimentale
L’obesità è una patologia cronica e invalidante che comporta un impatto negativo significativo sul benessere psico-fisico di chi ne soffre. Secondo le stime dell’OMS, tra il 1975 e il 2016, la prevalenza della popolazione obesa è triplicata, e nel 2016 il 40% della popolazione globale era in sovrappeso oppure obesa. Questi numeri rappresentano una vera emergenza per il sistema sanitario, traducendosi in aumento dei ricoveri ospedalieri, saturazione delle liste di attesa, riduzione della capacità lavorativa e conseguente isolamento sociale.
L’obesità è causa di significativo malessere psico-fisico per chi ne soffre. Infatti, nonostante gli esperti concordino sul fatto che l’obesità sia una malattia cronica complessa derivante dall’interazione di diversi fattori, tra cui anche la predisposizione genetica, ancora oggi esiste una stigmatizzazione di tale patologia, secondo la quale il paziente con obesità è considerato il principale responsabile della sua condizione. La disapprovazione sociale dell’obesità si traduce spesso anche in uno stigma clinico che discrimina i pazienti con obesità nell’accesso alle cure e che finisce per condizionarne la qualità di vita.
La base della terapia dell’obesità è il cambiamento dello stile di vita. Le linee guida europee per la gestione dell’obesità negli adulti raccomandano un regime dietetico ipocalorico e almeno 150 minuti la settimana di esercizi aerobici moderati. Nel panorama delle dietoterapie, sono state proposte decine di diete diverse per il paziente con obesità. Le notizie in merito, e spesso anche le linee guida, sono molteplici e discordanti. Classicamente, le linee guida italiane consigliano l’utilizzo di regimi dietetici bilanciati e ipocalorici basati sui principi della dieta mediterranea, con una quota di carboidrati del 50-55%, di grassi non superiore al 30% e di proteine di circa il 15%. Le linee guida americane offrono una panoramica più variegata di regimi dietetici efficaci, includendo: le diete a basso o bassissimo contenuto calorico, le diete a basso contenuto di carboidrati, le diete a basso contenuto di grassi, la dieta mediterranea e la dieta vegetariana ipocaloriche e le diete chetogeniche. Se da una parte ognuna di queste diete, quando correttamente seguita, può garantire un calo ponderale, è purtroppo frequente il mancato mantenimento dei risultati ottenuti nel lungo termine; per questa ragione, dopo valutazione da parte del medico, oltre alla dieta la terapia farmacologica e chirurgica rappresentano ulteriori validi strumenti terapeutici in casi selezionati. Va sottolineato che la crescente attenzione che il mondo medico sta dedicando allo studio della terapia dell’obesità è un indice chiaro di una sempre maggiore presa di coscienza dell’importanza di questa malattia.
Se la salute è intesa come raggiungimento di uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale, il calo ponderale determina un suo miglioramento significativo. Infatti, le linee guida per il trattamento dell’obesità concordano sul fatto che un calo ponderale del 10% sia efficace nel ridurre notevolmente il rischio di mortalità e di complicanze dell’obesità, oltre a determinare un miglioramento della salute mentale, con una diminuzione dei sintomi depressivi e incremento dell’autostima del paziente.
In conclusione, l’obesità è una delle grandi sfide del millennio. I soggetti con obesità sono “fragili”, non solo perché esposti al rischio di sviluppare gravi complicanze, ma anche perché rappresentano una parte della popolazione vittima di stigma. Il paziente affetto da obesità, per la complessità della malattia, ha bisogno di essere seguito da un team di professionisti della salute con competenze multidisciplinari. L’alimentazione corretta rappresenta la pietra angolare della terapia e della prevenzione dell’obesità.