Le Facoltà dell’Area delle Scienze della Salute di “Sapienza” ai tempi dell’Emergenza COVID-19
Settembre 2020 Off Di Giovanni Brancato
Carlo Della Rocca
Preside Facoltà di Farmacia e Medicina
Penso che come membri della Comunità Accademica di “Sapienza”, oltre che come singoli individui, difficilmente dimenticheremo la data del 5 marzo 2020, quando in funzione del DPCM del giorno precedente fu disposta la sospensione delle “attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università”.
Ho il ricordo ancora vivo delle prime riunioni convocate in emergenza dalla Governance di Ateneo durante le quali si individuarono nei Presidi di Facoltà le figure che avrebbero avuto il compito di coordinare le attività indispensabili per continuare ad erogare la didattica mantenendo gli adeguati standard qualitativi. Ci guardavamo (all’inizio in presenza e poi negli schermi dei computer) increduli, ma sempre più consapevoli della necessità di confermare con i fatti quello che non doveva restare solo uno slogan: “Sapienza non si ferma”. Così è stato, grazie all’impegno di ogni singolo docente, di ogni singola unità di personale TAB e di ogni singolo studente. Le Facoltà dell’Area delle Scienze della Salute hanno, in questo periodo, rafforzato ulteriormente sinergie e coordinamento ed hanno rivestito un ruolo di protagoniste nella battaglia per la cura dei soggetti colpiti dalla malattia. Tali sinergie hanno garantito scelte omogenee per gli studenti dei corsi omologhi gestiti dalle tre Facoltà; di volta in volta sono state cercate, individuate, condivise e messe in atto le soluzioni necessarie a mantenere la continuità dell’erogazione della didattica e di quanto altro necessario per garantire agli studenti il massimo della qualità della formazione, e il minimo o nessun ritardo nel conseguimento dei titoli di studio.
Le criticità sono state trasformate in occasione di sperimentazione di nuove metodologie didattiche che certamente saranno utilizzate anche in futuro. Non mi riferisco solo all’utilizzo delle tecnologie, ma anche all’adozione di metodi di apprendimento basati su problemi e tipici di una didattica centrata sullo studente (discussione di casi clinici, casi clinici simulati, “flipped classroom” ecc.) che meglio si sono adattati alle necessità della didattica a distanza e quindi hanno avuto una maggiore diffusione. Tutto questo ha permesso la conversione in modalità telematica della totalità delle lezioni teoriche, e nella prima fase, anche degli esami e delle sedute di laurea (oltre 53000 esami e 1240 lauree a distanza nelle Facoltà dell’Area di Scienze della Salute) nonché, nella seconda fase, un graduale ritorno alle attività in presenza nel rispetto delle norme di sicurezza necessarie (184 lauree in presenza vs 26 a distanza nel mese di luglio per la sola Facoltà di Farmacia e Medicina).
Forte è stato anche il coordinamento a livello Nazionale operato dalla Conferenza Permanente delle Facoltà e delle Scuole di Medicina e Chirurgia, in seno alla quale le Facoltà dell’Area delle Scienze della Salute di “Sapienza” hanno un ruolo di rilievo. In stretta collaborazione con la Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia e in sintonia con le scelte del Ministero dell’Università e della Ricerca, si è riusciti a far partire la nuova laurea abilitante in Medicina e Chirurgia e a gestire con successo un cronoprogramma delle sedute di laurea, coordinato in tutte le sedi, che ha permesso il massimo della partecipazione al concorso per l’ammissione alle Scuole di Specializzazione di area medica effettuato il 22 settembre ultimo scorso.
Ora ci aspetta un’impresa forse ancora più ardua: la ripresa della didattica, e di tutte le altre attività connesse, in presenza; l’esperienza passata ci dimostra che ce la possiamo fare. Dobbiamo procedere anche questa volta con determinazione e flessibilità, pronti a qualsiasi evenienza, ma nella convinzione di poter vincere anche questa sfida, che poi è quella di sostituire la cultura della paura con la cultura della sicurezza.