Lotta senza sosta alle disuguaglianze di accesso al sistema di cura
Maggio 2022 Off Di Giovanni BrancatoFabrizio d'Alba
Direttore Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Umberto I
La salute è un bene comune. Tutti dovrebbero avere accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, senza discriminazioni per sesso, età, razza, orientamento sessuale, tipo di malattia, status sociale, livello di istruzione o paese di residenza. Affinché questo che è un obiettivo generale e condiviso sia una realtà attualizzata nel tempo e nelle differenti epoche che tutti stiamo vivendo, ritengo sia necessario un impegno comune contro la discriminazione in campo sanitario dove la lotta sia combattuta a tutto campo ognuno per le proprie competenze e specificità.
Uguaglianza non significa creare nuovi diritti per particolari gruppi di popolazione ma significa garantire che non venga negato loro alcun diritto, sia deliberatamente che trascurando le loro esigenze. Nel disegnare i percorsi di programmazione sanitaria basati sulla medicina centrata sulla persona, il perseguimento di una equità orizzontale ovvero prevedere uguale trattamento in presenza di un stesso bisogno di salute e di una equità verticale che invece prevede trattamenti differenti in presenza di bisogni differenti rappresenta la migliore risposta per scongiurare possibili confusioni e garantire pari opportunità a tutti per il raggiungimento di medesimi risultati di salute. L’obiettivo è quindi individuare processi su come intervenire per far sì che ognuno abbia lo stesso accesso ai servizi sanitari. Ed è importante che le iniziative messe in campo sappiano promuovere un dibattito reale sulle misure per aiutare le strutture sanitarie per migliorare l’accesso universale e garantire assistenza sanitaria e prevenzione.
In realtà il rischio di disequità nella risposta ai bisogni di salute è per i servizi sanitari molto più di un semplice rischio; è una ineludibile necessità di orientamento continuo, con la consapevolezza che più sarà attenta la nostra ricerca di disuguaglianze potenziali è più sarà concreta la possibilità di scongiurarle. Questa consapevolezza non deve essere un elemento a sostegno della resa, ma al contrario uno stimolo ad introdurre azioni correttive orientate al contrasto delle disuguaglianze. La presa di coscienza di quanto si può modificare in tema di disuguaglianze di accesso al sistema sanitario è a mio avviso un atto di maturità del sistema stesso, capace di non trincerandosi dietro l’alibi dell’universalismo e dell’egualitarismo di fatto per affermare l’assenza di disequità. Una parte della mission delle direzioni strategiche è quella di ricercare attivamente all’interno delle loro organizzazioni le condizioni nelle quali a volte non si riesce a cogliere la discriminazione.
Ritengo perciò non sia più procrastinabile pensare a servizi per la salute che non tengano dentro il perseguimento dell’equità. Bisogna immaginare da subito un percorso che ad ogni revisione dei modelli organizzativi e di reingegnerizzazione di attività, siano valutate fin da subito ed in modo strutturale le modalità per il contrasto di ogni forma di disuguaglianza collegate a differenti condizioni sociodemografiche.