The Doctor as a Humanist Symposium

The Doctor as a Humanist Symposium

Aprile 2019 Off Di Giovanni Brancato

Benedetta Ronchi
Quinta annualità CLM “D” 
in Medicina e Chirurgia

 

“Non mi dite niente, Signore? “Che vuoi che ti dica? Buon viaggio compagno Don Camillo.”

Questo era ciò che pensava il mio cervello mentre, assieme ai miei 9 colleghi, salivo sull’aereo per Mosca in vista della “Autumn school of communication in Medicine” il 14 Ottobre 2018. L’occasione era stata proposta dalla Prof.ssa Stefania Mardente e dal Prof. Alfredo Antonaci e sostenuta dalla nostra università, La Sapienza.

Le comunicazioni fino a quel momento ci avevano dimostrato che tutto il mondo è paese, tra incomprensioni e dubbi last minute. Fortunatamente, all’arrivo ci accolse Vera, una degli studenti che, durante tutta la settimana, ci hanno accompagnati sia a lezione sia in giro per la città. Gli stereotipi hanno fatto presto a sparire, grazie alla fragorosa risata che ha seguito la nostra prima domanda “Is it true that we cannot smile to strangers?“. I ragazzi assegnatici erano studenti di medicina come noi, che passavano le giornate a rimbalzare tra lezioni, esami e reparto. In Russia i primi anni del Corso ti conferiscono il titolo di Infermiere, motivo per cui gli anni successivi si alterna lo studio al lavoro vero e proprio. Anche là esistono i pendolari così come i fuori sede, e i rari fortunati che hanno la casa di proprietà a pochi passi dall’Università.

Dal punto di vista accademico, il corso ci ha permesso di imparare come strutturare un articolo scientifico in Inglese e come presentarlo in modo efficace tramite Powerpoint e esponendolo oralmente. In classe con noi era presente anche un gruppo di studenti provenienti dalla Cina, in particolare da Harbin, la famosa “città di ghiaccio”. Incontrare studenti come noi di origini diverse ci ha confermato che le ansie e le gioie sono le stesse per tutti, che in ogni paese esistono esami e periodi difficili e che condividiamo lo stesso sogno: diventare medici competenti, umani e fieri di noi stessi.

Medicina è una facoltà impegnativa, motivo per cui spesso si eludono le proposte offerte da La Sapienza agli studenti, in virtù della mancanza di tempo. Ciò che questo viaggio mi ha insegnato è che partecipare ad eventi e ad occasioni di incontro e scambio tra pari, ricopre un ruolo fondamentale nella formazione sia personale sia professionale.

Tornati da Mosca l’esperienza sembrava terminata, ma al mio desiderio di continuarla ha risposto l’invito da parte del nostro professore Jonathan McFarland, a partecipare al suo corso online “The Doctor as a Humanist“. Questo si è svolto una volta ogni 2 settimane per diversi mesi, per poi concludersi con il “The Doctor as a Humanist Symposium” i primi di Aprile a Mosca, al quale riuscirò a partecipare grazie al sostegno della Sapienza.

Le lezioni si sono svolte alternando nostre presentazioni a lezioni di professori da tutto il mondo, che offrivano idee per unire alla Medicina un mondo di creatività e Arte. Tra questi mi hanno particolarmente colpito il professor Joan Soriano, medico e baritono, che ci ha mostrato come all’interno dell’Opera “I racconti di Hoffmann” di Jacques Offenbach del 1851, veniva descritto per la prima volta un elettrocardiogramma, sfruttando la musica, prima ancora che la macchina per ECG fosse inventata.

Il Prof. Mauro Garcia e la Dott.ssa Caterina Vices dalla Universitat de les Illes Balears ci hanno introdotto il concetto di “Mindfulness”, e cioè prestare attenzione con intenzione, al momento presente e in modo non giudicante né verso sé stessi né verso gli altri.

Abbiamo anche avuto l’opportunità di parlare personalmente con il Dott. Gavin Francis, scrittore del bestseller “Avventure nel corpo umano”, libro che offre una prospettiva creativa per ogni distretto del corpo. Ad esempio, non tutti sanno che in tempi antichi il fegato veniva considerato sede dell’anima, motivo per cui la Regina Cattiva aveva chiesto al cacciatore di procurarle non il cuore, bensì fegato e polmoni della dolce Biancaneve per poterli mangiare e assumerne la bellezza. Il capitolo sull’orecchio interno, invece, spiega la manovra di Epley, sviluppata all’interno del suo garage sfruttando tubi di plastica per simulare la struttura dei canali semicircolari. Una tecnica rivoluzionaria eppure fortemente osteggiata dai colleghi che preferivano il rischioso approccio chirurgico rispetto a quella che consideravano “finta” medicina.

Infine, la Prof.ssa Margaret Chisolm della Johns Hopkins University Baltimore, ci ha illustrato il suo progetto Closler, percorso di eccellenza clinica di studio del pensiero del Dott. William Osler, con la cui citazione vorrei terminare questo articolo:

“The practice of medicine is an art, not a trade; a calling, not a business; a calling in which your heart will be exercised equally with your head.” ~ William Osler