Verso servizi di cura dei malati oncologici centrati sul paziente: il contributo della digital health
Settembre 2021 Off Di Giovanni BrancatoCosimo Durante e Giorgio Grani
Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione
In campo medico c’è un crescente impegno nelle strategie mirate a migliorare la qualità della vita dei malati oncologici. Le stesse agenzie regolatorie dei medicinali incoraggiano l’introduzione della prospettiva dei pazienti negli studi clinici sullo sviluppo dei farmaci. Oggi, tra gli outcome clinicamente rilevanti dei clinical trials compaiono i cosiddetti Patient-reported outcomes (PROs). Un PRO è qualsiasi rapporto sullo stato di salute di un paziente che proviene direttamente dal soggetto affetto, senza interpretazione della risposta da parte di un medico o di chiunque altro. Affinché i PROs possano essere utilizzati ed interpretati correttamente è necessario: 1) misurare lo stato di salute del paziente non soltanto nello spazio temporale e fisico della visita ambulatoriale, ma anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni; 2) avere una misura qualitativa e quantitativa dello stato di salute del paziente utilizzando strumenti in grado di catturare in modo valido, affidabile e ripetibile l’evento di interesse.
Per soddisfare questi obiettivi sono state sviluppate applicazioni capaci di raccogliere continuamente informazioni sullo stato di salute del paziente attraverso lo smartphone. Tali dati vengono derivati da questionari e codificati in modo da poter essere valutati e confrontati nel tempo. Le applicazioni possono inoltre raccogliere dati da un vasto numero di sensori indossabili (wearables). Esistono dispositivi in grado di misurare la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la saturazione dell’ossigeno, il tracciato elettrocardiografico, i movimenti del paziente e la qualità del sonno. Tali dispositivi comunicano con le applicazioni mediche, permettendo una trasmissione in tempo reale dello stato di salute del paziente. La codifica delle informazioni cliniche (il processo di trasformazione delle descrizioni di diagnosi ed effetti collaterali in numeri o codici univoci) è generata automaticamente con l’ausilio della tecnologia e dei sistemi di intelligenza artificiale. Tale processo, essendo nativamente digitale e derivato direttamente dal paziente, evita errori nella raccolta dati, perdite di informazioni e difetti di interpretazione da parte del medico o dello sperimentatore.
Questa mole di informazioni digitali può essere integrata sia nelle cartelle cliniche elettroniche utilizzate dal personale sanitario, sia nei sistemi di raccolta dati delle sperimentazioni cliniche. I dati su cui vengono prese decisioni su efficacia, sicurezza e tollerabilità dei farmaci, che già derivano da una varietà di fonti (appunti del medico, risultati di laboratorio e radiologici), si arricchiscono oggi di notizie sullo stato di salute del paziente raccolte in modo oggettivo ed in tempo reale. Il successo di questi sistemi richiede architetture di database che garantiscano sicurezza e riservatezza dei dati ed allo stesso tempo la trasmissione, il riutilizzo e la condivisione. Per i malati oncologici, questo può tradursi nello sviluppo ed utilizzo di farmaci con miglior beneficio clinico.