Implicazioni di genere nello screening da HPV: equità e prospettive differenziate
Settembre 2023 Off Di Giovanni BrancatoLucia Merlino1 e Agnese Immacolata Volpicelli21Dipartimento di Medicina molecolare, Sapienza Università di Roma
2Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
Il papilloma virus umano (HPV) è un virus a trasmissione sessuale e ad oggi risulta essere tra le più comuni infezioni sessualmente trasmesse (IST). Gli HPV sono divisi in cinque generi, quali alfa, beta, gamma, mu e nu, di questi il genere più pericoloso per l’essere umano è il genere alfa perché è in grado di mettere in atto un processo neoplastico che può portare allo sviluppo di neoplasie, benigne o maligne a seconda del ceppo virale. HPV 16, 18, hanno un forte potere neoplastico e sono responsabili dello sviluppo di buona parte dei tumori cervicali, penieni, anali e orofaringei. Nel dettaglio è stato analizzato mediante una attenta analisi statistica, l’esatta correlazione tra i ceppi oncogeni e varie tipologie di cancro:
- HPV è responsabile del 97% dei casi di casi di cancro cervicale nelle donne, di questi HPV 16 e 18 sono responsabili del 90%
- HPV è causa del 70% dei casi di cancro vulvare e del 75% dei casi di cancro vaginale
- gli HPV sono responsabili del 50,8% dei casi di cancro del pene
- 79,8% della neoplasia intraepiteliale del pene (PeIN) sono connesse ad HPV
- HPV causano circa il 26-30% dei tumori testa-collo.
Nel contesto della patologia presentata, la medicina oltre che nel trattamento della patologia in quanto tale, trova applicazione soprattutto nella gestione di un piano volto a prevenire lo sviluppo di patologie neoplastiche hpv correlate. Tale piano ad oggi risulta beneficiare di un piano vaccinale e di strategie di screening e follow-up ben validate. Essendo però una patologia che colpisce sia uomini che donne e che determina nei due sessi patologie differenti, risulta chiaro il contributo fondamentale che la medicina di genere ha in questo contesto. Nel dettaglio l’obiettivo della medicina di genere è sviluppare:
- Piano vaccinale per le donne e per gli uomini;
- Screening e follow-up personalizzati;
- Educazione e consapevolezza per ambo i sessi;
- Ricerca mirata.
Piano vaccinale per le donne e per gli uomini
Considerare le differenze di genere nella vaccinazione HPV può contribuire a una prevenzione più efficace, proteggendo uomini e donne dai tipi di HPV correlati al cancro. Gli Stati Uniti in accordo con le raccomandazioni OMS, ad agosto 2006 hanno raccomandato la vaccinazione contro l’HPV alle bambine tra 9 e 12 anni, con un recupero delle ragazze fino a 26 anni, successivamente nel 2011 gli Usa hanno aggiornato la loro posizione raccomandando la vaccinazione anche nei soggetti di sesso maschile di 11-12 anni, con recupero dei ragazzi fino a 21 anni.
In Italia nel dicembre 2007 è stata formulata un’Intesa Stato-Regioni che raccomandava l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione contro l’Hpv alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di vita. L’importanza di estendere la vaccinazione anche ai maschi nasce dal fatto che: vaccinando anche la popolazione maschile si va a limitare oltremodo la circolazione del virus, si protegge l’individuo dallo sviluppo di patologie HPV relate e si va a proteggere la popolazione omosessuale che altrimenti non godrebbe dell’immunità indiretta conferita dalle campagne di vaccinazione rivolte alle donne. Inoltre, dati di prevalenza dell’infezione da HPV nelle donne mostrano due picchi, uno intorno ai 25, l’altro intorno ai 45 anni, con una diminuzione nel periodo intermedio; nella popolazione maschile, invece, la prevalenza dell’infezione resta elevata per tutta la vita, per cui è fondamentale proteggere e prevenire l’infezione nel sesso maschile.
Possiamo quindi osservare come, in accordo alle differenze biologiche esistenti tra i due sessi, l’inizio della vaccinazione avvenga in epoche differenti. Ad oggi sono state osservate diminuzioni significative dell’HPV 6/11/16/18 nelle donne vaccinate rispetto alle donne non vaccinate, c’è stato un calo significativo dell’incidenza di questi ceppi HPV anche nelle donne non vaccinate grazie all’effetto gregge. Per i maschi, il vaccino HPV quadrivalente riduce l’incidenza di lesioni genitali esterne, tra cui condiloma acuminato, gradi I e II di neoplasia intraepiteliale anale e infezioni persistenti da HPV 6/11/16/18 che comunque a lungo andare possono essere responsabili di neoplasia.
Screening e follow-up personalizzati
Le donne sono regolarmente sottoposte a screening attraverso due tipologie di test:
- Donne con età compresa tra 25 e i 30 anni lo screening viene eseguito con il PAP test, che permette di osservare a livello microscopico eventuali modificazioni cellulari causate ipoteticamente dal patogeno, qualora questo risultasse positivo l’indagine andrà approfondita con colposcopia e studio della giunzione squamocolonnare, terreno dove il virus si insedia con più facilità.
- Nelle donne con età superiore ai 30 anni, lo screening viene eseguito con HPV test, questo esame mira ad identificare la presenza di HPV ad alto rischio, se questo risulta positivo allora si procede anche alla lettura del PAP test.
Negli uomini, non esiste uno screening standardizzato per HPV, non abbiamo esami validati per analizzare la prevalenza di questo virus nell’uomo. Questa mancanza di screening può comportare diagnosi tardive di tumori correlati ad HPV e un aumento del rischio di complicazioni. L’obiettivo della medicina di genere in questo contesto è sostenere l’implementazione di metodiche di laboratorio che permettano l’esecuzione di screening nella popolazione maschile e far sì che questi test entrino a far parte della comune pratica clinica, così come per le donne.
Educazione e consapevolezza per ambo i sessi
La medicina di genere riconosce che uomini e donne possano avere percezioni diverse sulla sessualità, sulla salute e sulle infezioni sessualmente trasmissibili. Le campagne di sensibilizzazione dovrebbero quindi essere adattate per affrontare queste differenze. Risulta inoltre di vitale importanza aumentare la consapevolezza di quelli che sono i rischi e le conseguenze di una infezione Hpv correlata, questo favorirebbe una partecipazione più attiva della popolazione allo screening e quindi alla prevenzione. Prevenzione, in questo caso, non significa solo screening e campagna vaccinale, significa anche lavorare sull’educazione degli uomini e donne promuovendo un’attività sessuale che sia sicura ad intelligente, motivando l’importanza dell’utilizzo di profilattici e limitando in questo modo la diffusione di infezioni sessualmente trasmesse.
Ricerca mirata
La medicina di genere potrebbe orientare la ricerca verso gli aspetti specifici della risposta immunitaria e delle differenze biologiche nei tumori correlati ad HPV tra uomini e donne. Ciò potrebbe portare a nuovi trattamenti mirati ad una migliore comprensione delle disparità di genere nella prevalenza e nella prognosi di questi tumori. Sarebbe utile investire anche nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle metodiche di screening, e sfruttare i social network per poter far arrivare corretti messaggi alla popolazione e cercare di lavorare impostando una corretta educazione sessuale anche nelle scuole.