L’esperienza degli Skill Lab
Ottobre 2018 Off Di Giovanni BrancatoAlessandra Pigliacelli, Anna Pagano e Davide OrtolanStudenti CLM “C” in Medicina e Chirurgia
Quanto è importante la simulazione all’interno dei percorsi di studi in Medicina?
L’opportunità di formazione negli skill lab è unica. I laboratori non soltanto offrono la possibilità di assistere a lezioni tenute da docenti, che illustrano passo dopo passo le procedure che caratterizzano esami obiettivi e diagnostici, ma permettono anche l’esercitazione quotidiana per gli studenti che lo desiderano. Questo rappresenta un enorme vantaggio per gli aspiranti medici della Sapienza: in tal modo non si ha una formazione prettamente nozionistica, ma anche una solida base pratica, senza il rischio di danneggiare o creare disconfort ai pazienti del Policlinico. Gli aspetti positivi di questi laboratori sono numerosi. Uno, importantissimo per lo studente, è il fatto di non trovarsi immediatamente a dover fronteggiare una situazione ‘’reale’’, ad esempio con un passaggio repentino dai libri di semeiotica – dove tutto è teorico – al letto del paziente. Il fatto di poter apprendere a piccole dosi come rapportarsi al metodo ci permette di acquisire sicurezza, riducendo, per quanto possibile, ansie e grossolani errori. Siamo consapevoli che nessuna esercitazione potrà mai sostituire l’esperienza in reparto/ambulatorio, dove si affrontano emozioni vere, responsabilità. Tuttavia, grazie agli skill lab abbiamo potuto affrontare il tirocinio con maggiore coscienza.
Avete avuto esperienze specifiche a riguardo? Potete raccontarne alcune?
Ognuno di noi, grazie a questi laboratori, ha arricchito enormemente il proprio bagaglio di esperienze, traendo insegnamenti utili da sfruttare nei reparti in cui siamo interni (Gastroenterologia, Ortopedia, Fisiopatologia Respiratoria). Studiare solamente tramite i libri un ‘’ritmo di galoppo’’ o un ‘’crepitio’’ è troppo limitato e inconcludente, e certamente nessun paziente sarebbe disposto a farsi visitare da un intero gruppo di studenti. Con gli skill lab abbiamo invece potuto interpretare e conoscere a fondo tutte le condizioni fisiologiche e patologiche esistenti attraverso l’emulazione fornita dai manichini, come, appunto, quello dei suoni cardio-polmonari. Allo stesso modo, abbiamo imparato come eseguire una corretta fasciatura, un’emogasanalisi o delle suture, avendo così la possibilità di entrare nella quotidianità dei nostri reparti con minore difficoltà.
“La Sapienza” si sta muovendo verso una sempre maggiore implementazione della simulazione all’interno della didattica a Medicina, quali consigli vi sentite di dare?
Ai nostri colleghi più giovani più che un consiglio vorremmo fare un invito, quello di sfruttare al massimo i nostri laboratori. Ci auguriamo che gli skill lab si arricchiscano di ulteriori attrezzature per mantenere alto il livello di avanguardia già dimostrato. L’investimento economico della nostra università e quello umano del nostro Professor Riggio, con l’aiuto di tutto il corpo docente e dei borsisti, sicuramente creerà una rinnovata generazione di medici, praticamente competente e maggiormente consapevole di come approcciarsi alla patologia.