L’impatto della pandemia Covid-19 sulla salute mentale dei ragazzi con Sindrome di Tourette: un sondaggio online
Maggio 2020 Off Di Giovanni BrancatoGiulia ConteDipartimento di Neuroscienze Umane
Valentina BaglioniDipartimento di Neuroscienze Umane
Francesca ValenteDipartimento di Neuroscienze Umane
Flavia ChiarottiCentro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale, Istituto Superiore di Sanità
Francesco CardonaDipartimento di Neuroscienze Umane
Tourette Roma onlus
In situazioni di emergenza sanitaria, le persone con una preesistente condizione di salute mentale, in particolare i bambini e gli adolescenti con disturbi neuropsichiatrici, costituiscono una popolazione particolarmente vulnerabile. In tali circostanze, le questioni relative all’accesso e alla continuità del servizio sanitario rappresentano le principali preoccupazioni e, con l’indisponibilità delle visite cliniche in presenza, i registri e i sondaggi elettronici dei pazienti possono costituire strumenti utili per valutare la salute mentale e permettere l’identificazione e la gestione delle situazioni a rischio. La Sindrome di Tourette (TS) è una condizione cronica del neuro-sviluppo caratterizzata da tic motori e fonici multipli. Nella TS sono spesso presenti in comorbidità condizioni come disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo d’ansia e deficit di attenzione/iperattività, problemi comportamentali e del sonno. La TS è caratterizzata da una grande variabilità temporale dei sintomi, sia a breve che a lungo termine. Più specificamente, la frequenza del tic e di alcune comorbidità (come i comportamenti ossessivo-compulsivi e gli attacchi di rabbia) varia in base al contesto ed è generalmente aumentata a casa più che in situazioni sociali. Pertanto, l’attuale pandemia potrebbe contribuire in modo significativo alle fluttuazioni dei sintomi nella TS.
Per fornire una panoramica dei sintomi emotivo-comportamentali manifestati da bambini e adolescenti con TS nelle prime fasi della pandemia di COVID-19 in Italia, un sondaggio online è stato sviluppato dal Dipartimento di Neuroscienze Umane dell’Università Sapienza di Roma e promosso da “Tourette Roma onlus”, un’associazione locale di patrocinio. Il sondaggio è stato lanciato sul sito web dell’associazione il 1° aprile 2020, tre settimane dopo l’inizio del lockdown generale in Italia e le risposte sono state raccolte fino al 14 aprile. Il sondaggio era completamente anonimo. Il questionario conteneva informazioni sui genitori (età, genere, istruzione, occupazione, presenza di aiuti domestici precedenti, area geografica di residenza, convivenza con il partner, numero di membri della famiglia, problemi medici legati a Covid-19, cambiamenti economici legati alla pandemia) e sui figli (età, sesso, sintomi, comorbidità, terapie farmacologiche o psicologiche, tempo dedicato ad attività scolastiche durante il lockdown). Al sondaggio hanno partecipato 249 genitori da tutte le Regioni italiane. Le caratteristiche cliniche dei ragazzi erano tipiche e sovrapponibili a quelle di altre serie cliniche.
Un peggioramento significativo del quadro clinico complessivo si è verificato in due terzi dei soggetti (67,18%), mentre il 20,51% hanno registrato un miglioramento e solo il 12,31% non ha riportato alcuna variazione. La maggior parte dei sintomi peggiorati includeva tic, iperattività, attacchi di rabbia, ossessioni/compulsioni e ansia. Dei soggetti che hanno subito un peggioramento, la maggioranza (51,76%) ha mostrato variazioni in 2-5 sintomi diversi. Infine, 111 intervistati (55,78%) hanno valutato la qualità della loro relazione genitore-figlio durante il lockdown come “come al solito”, mentre “migliorata” per 51 (25,63%) e “peggiorata” per 37 (18,59%).
I risultati indicano che, nell’intervallo di tempo compreso tra 4 e 6 settimane dopo l’inizio del lockdown, si è verificato un importante peggioramento delle condizioni cliniche nei soggetti con TS. Data tale tendenza massiccia ed univoca, riteniamo che la variazione dei sintomi sia determinata dalla condizione di lockdown piuttosto che dalle fluttuazioni “naturali” dei tic e dei sintomi correlati, anche perché i dati non evidenziano alcuna associazione con specifici indici demografici familiari né problemi di salute ed economici relativi alla pandemia di COVID-19. Lo studio presenta alcune limitazioni comuni a tutti i sondaggi, in particolare quelli online (volunteer bias: anonimato; impossibilità a verificare l’identità, l’affidabilità nonché l’accuratezza degli intervistati nel definire la variazione dei sintomi). Anche se sono necessarie conferme con studi controllati, i risultati sottolineano le aumentate esigenze di salute mentale degli individui con TS e appaiono in linea con la nostra esperienza clinica attuale con soggetti con altri disturbi del neuro-sviluppo (autismo, ADHD, disabilità intellettiva): in essi, l’attuale pandemia sta peggiorando i problemi emotivi e comportamentali, determinando un crescente bisogno di supporto sanitario.
Siamo di fronte a una “nuova” condizione, con molti aspetti sconosciuti; ad esempio, la possibilità di nuovi focolai di COVID-19 tra le comunità locali, potrebbe portare a lockdowns ricorrenti. A questo proposito, le autorità sanitarie dovrebbero essere consapevoli degli effetti sulla salute mentale della quarantena prolungata sulla popolazione generale e in particolare sulle sottopopolazioni a rischio, al fine di garantire misure appropriate senza compromettere le esigenze di salute pubblica.