Più i limiti o le opportunità? Intervista agli studenti di Medicina

Più i limiti o le opportunità? Intervista agli studenti di Medicina

Ottobre 2018 Off Di Giovanni Brancato

Giovanni Brancato
Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale

 

Sono trascorsi pochi mesi dall’approvazione del decreto ministeriale relativo all’introduzione del titolo abilitante nell’ambito delle professioni nelle scienze mediche, cosa ne pensi?

Questo è un punto un pò dolente, in quanto ancora non sono ancora molto chiari alcuni punti relativi all’applicazione di queste nuove direttive. Un esempio può essere quello per gli studenti, ad esempio, che si trovano fra il quarto ed il quinto anno e stanno vivendo per così dire in una situazione di “limbo”, in quanto non è ancora chiaro ai più se tale misura entrerà a regime già in quest’anno accademico, oppure no, e con quali modalità specifiche. Si andrà a sostenere la prova d’esame per l’abilitazione con il database nazionale “vecchio” o con il test “nuovo”?

 

Ritieni rappresenti un punto di svolta negli studi in medicina e chirurgia?

Se il progetto va in porto con i mezzi giusti e con l’idea di partenza che dovrebbe essere quella corretta, ovvero di accorciare i tempi con i quali il medico neolaureato e quindi abilitato potrà esercitare la professione, allora è positivo e vantaggioso per tutti, perché si andrebbe così a risparmiare tutto quel tempo che finora era stato dedicato alla preparazione postlaurea per l’abilitazione. Ciò che più ci preme, però, sono le modalità con le quali verrà svolto il tirocinio che, per l’appunto, porterà successivamente all’abilitazione.

 

Quali sono i dubbi, o, meglio, le perplessità a riguardo?

Accorciare i tempi con la laurea abilitante è vantaggioso, ma deve essere fatto in maniera adeguata e soprattutto “produttiva”. In particolare, mi riferisco al tirocinio tra il quarto e il quinto anno che deve andare oltre la mera presenza dello studente in reparto, ma bensì dovrebbe essere “pro-attivo”. Bisognerebbe intraprendere un percorso di cambiamento nella concezione che si ha dello studente stesso durante le ore di tirocinio.

 

Puoi, o vuoi, essere più preciso?

Finora molto spesso, anche per ragioni che vanno al di là di precise scelte o casi specifici, lo studente durante il tirocinio è portato ad assumere per lo più un ruolo direi quasi passivo, o meglio di “solo” ascolto. In altre parole, per farla breve, non vorremmo che, come diciamo fra di noi in gergo, si vada in reparto solo “per reggere il muro”. Va da sé, dunque, come con questo cambiamento diventi necessario, irrinunciabile, ad esempio, una maggiore attivazione da parte dei docenti stessi nei confronti degli studenti durante queste ore di tirocinio. Adesso, venendo meno il periodo postlaurea di preparazione, queste divengono le uniche ore prima dell’esame di abilitazione alla professione medica. Ovviamente, e ci tengo a sottolinearlo, siamo ben consapevoli che talvolta tali situazioni dipendono anche da responsabilità giuridico-legali alle quali i docenti devono rispondere e che dunque non rappresentano esclusivamente un cattivo o sbagliato modus operandi messo in atto dagli stessi nei nostri confronti.

 

Tornando all’introduzione della laurea abilitante e alle relative conseguenze in termini temporali, non temete che ciò possa “appesantire” il vostro percorso di studi, divenendo difatti un boomerang per la vostra carriera accademica?

Assolutamente no, anzi. In realtà già molti studenti frequentano il tirocinio in maniera autonoma, anche più di quanto ci viene richiesto dal percorso di studi. Talvolta lo fanno per interesse personale e talvolta per aumentare il proprio bagaglio di competenze. Inoltre, ciò aiuta a sopperire anche ad una certa “limitatezza” delle ore obbligatorie che ci vengono richieste e che da sole non basterebbero per raggiungere certi livelli di abilità pratiche che il mondo del lavoro richiede oggigiorno.

 

Si ringraziano per la collaborazione gli studenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia delle tre Facoltà mediche d’Ateneo.