Pronti a ripartire? La parola a uno di noi…

Pronti a ripartire? La parola a uno di noi…

Maggio 2021 Off Di Giovanni Brancato

Intervista a cura di Giulia Andriolo

Ripartire, ricominciare, tornare alla “normalità”: sulla carta sembra più semplice e immediato del previsto ma, nella realtà, com’è stata e come prosegue questa “ripresa”?

Forse il concetto stesso di “realtà” andrebbe rivisto e rivalutato. È un dato di fatto: il Covid-19 ha rivoluzionato abitudini, atteggiamenti e comportamenti di tutti noi. Dai gesti più semplici alle situazioni più complesse, tutto ha subito un cambiamento, anzi, un adattamento progressivo alla mutevolezza di questa nuova “realtà”.

Abbiamo chiesto a uno di noi studenti di raccontarci la sua esperienza prima, durante e “dopo” l’epidemia da SARS-CoV-2: pensieri, riflessioni e speranze. L’intervistat* rimarrà anonim*, ma ci auguriamo che molti colleghi e lettori si possano riconoscere in queste poche righe.

 

Parlaci brevemente di te e del tuo percorso di studi presso la nostra Università: cosa ti ha spinto a scegliere Sapienza e questo specifico Corso di Laurea? Quali erano le tue aspettative da matricola?

Studio infermieristica e oramai sono giunt* ai famosi “ultimi passi” prima della tanto desiderata e sudata laurea. Mi sono iscritt* in Sapienza nel 2017 e da Milano sono arrivat* a Roma con la voglia di iniziare un nuovo percorso, nonostante qualche timore: tirocini, lezioni, convivenze ed esperienze lontane da casa e dai miei affetti. Perché proprio questo corso? Perché da sempre sono attratt* dall’universo ospedaliero: un mix perfetto tra scienza e amore. 

A livello universitario, qual è il tuo ultimo ricordo prima del lockdown di marzo 2020? La sessione d’esami si era appena conclusa, cosa ti aspettavi da quel semestre?

Ricordo che era l’ultimo semestre del mio terzo anno e avevo appena terminato una sessione di esami intensa ma gratificante. Con i colleghi avevamo da poco ripreso la solita routine: lezioni, pausa caffè e momenti di condivisione durante i quali ci piaceva immaginare come sarebbe stato il rientro in reparto. Mi aspettavo di vivere tante emozioni: la fine dei corsi e gli ultimi esami, i discorsi e consigli dei professori sul nostro futuro. 

Veniamo ora agli arbori di questa pandemia. Come ti sei sentit* durante la prima quarantena? Come hai affrontato il semestre e la sessione estiva? 

A inizio marzo si parlava del COVID-19 come se fosse una normale influenza, che difficilmente ci avrebbe raggiunti dall’Oriente. Poi il buio e la paura. Tutti i giorni guardavo i notiziari e cercavo informazioni sull’andamento della pandemia: ogni singola notizia mi faceva rabbrividire e le mie prime preoccupazioni erano per la mia famiglia, che per mesi non ho potuto riabbracciare. Niente più lezioni dal vivo, nessun tirocinio, niente pausa caffè e leggerezza tra colleghi. Di lì a poco tutto si è spostato online e la sensazione era quella di una sorda solitudine: quattro mura, io e un pc.  

 

A livello universitario, qual è stato e/o come è cambiato il tuo rapporto con colleghi e insegnanti? Ti sei sentito supportato o, al contrario, un po’ sol* e disorientat*?

La sensazione generale era quella di comprensione reciproca, sia tra colleghi che con i nostri professori. Sapere che non ero l’unic* a provare quelle sensazioni e ad affrontare quella situazione era confortante, nonostante gli schermi e i chilometri che ci dividevano.

Dopo tutto quello che hai vissuto, a livello non solo universitario ma anche privato e personale, qual è il tuo attuale stato d’animo? Quali progetti e speranze hai per il tuo futuro? 

Attualmente dopo la paura, lo sconforto e l’incertezza c’è solo una parola che rispecchia il mio stato d’animo: speranza. Tanta, davvero tanta speranza in una ripresa e in un ritorno a una qualsivoglia normalità. Quella normalità che prima davamo per scontata, ma che ora porta solo nostalgia. Quello che mi auguro maggiormente è che la campagna vaccinale mantenga un buon ritmo e che porti ad ottimi risultati entro fine anno. Per quanto riguarda il mio percorso universitario, dopo la laurea vorrei affacciarmi al mondo lavorativo, valutando anche la possibilità di continuare la mia carriera universitaria nel corso Magistrale in Scienze Infermieristiche.

Siamo giunti al termine della nostra intervista, ti andrebbe di dare un consiglio ai futuri studenti Sapienza? Cosa auguri a te stess* e a tutti i tuoi colleghi?

Il mio consiglio è quello di vivere ogni attimo del percorso universitario con estremo entusiasmo e curiosità. Godetevi ogni singolo momento, ogni singola emozione, anche quelle negative perché solo in questo modo potrete, in futuro, guardarvi alle spalle e ripensare al periodo universitario con il sorriso e senza rimpianti, fieri della vostra crescita personale e soprattutto di voi stessi. Auguro a me, ai miei colleghi e a tutte le figure che popolano il mondo Sapienza di tornare a rivivere tutti e al più presto i nostri spazi in totale sicurezza, imparando ad assaporare anche alle piccole cose che rendono la nostra quotidianità così bella. 

Abbiamo assistito inermi a decreti, regole e divieti, ci siamo adattati a una quotidianità e a una Università che ha cercato di far fronte agli alti e bassi di questo lungo periodo. Ma abbiamo realmente voglia di tornare al mondo di prima? Non sarebbe meglio analizzare il tutto e costruire un nuovo cammino con più grinta e consapevolezza? Poniamoci tutti questa domanda: chi voglio essere dopo questo Covid19? 

A voi la risposta cari lettori.