Salute e Medicina digitale, un sostegno fondamentale ai nuovi modelli di assistenza sanitaria
Settembre 2021 Off Di Giovanni BrancatoDomenico Alvaro
Preside Facoltà di Medicina e Odontoiatria
La recente pandemia ha messo in luce, a livello europeo, le debolezze dei Sistemi Sanitari. Gli attuali sistemi sanitari, infatti, risentono dell’assenza di assistenza domiciliare, della scarsità di servizi territoriali e della mancanza di una reale integrazione tra i servizi territoriali e tra questi e gli ospedali. Molti pazienti affetti da covid-19 avrebbero potuto essere curati presso le proprie abitazioni evitando il ricovero e la diffusione della pandemia. Questi pazienti, inoltre, avrebbero potuto essere monitorati a distanza ricorrendo al ricovero ospedaliero solo per i casi gravi e, il tracciamento dei soggetti contagiati avrebbe consentito strategie per contenere la diffusione dei virus nel territorio. In sostanza, la pandemia ha evidenziato l’importanza di mettere in rete la casa del paziente, i servizi territoriali e gli ospedali nella gestione dell’emergenza.
La Missione 6 del Piano Italiano di Recupero e Resilienza PNRR), avallata dalla Commissione Europea, consapevole della centralità del territorio, torna con vigore sul tema prevedendo la realizzazione di nuove strutture di assistenza intermedia come le case della comunità e gli ospedali di comunità. Tali strutture dovranno essere strettamente collegate con l’abitazione del paziente. Il tutto con un’ottica “One Health”, basata sulla progettazione e attuazione di politiche, programmi, legislazione e ricerca da affrontare con un approccio multidisciplinare e multiprofessionale. L’assistenza domiciliare dovrà rappresentare il punto di partenza della rete assistenziale. L’obiettivo è quello di aumentare il numero di persone trattate in assistenza domiciliare fino al 10% della popolazione over 65, attraverso investimenti in hardware e maggiore erogazione di servizi; ciò implica la necessità di ampliare le interazioni a distanza medico-paziente per la diagnostica e il monitoraggio delle patologie. Le Case di Comunità gestite da un’équipe multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di elezione, medici specialisti, infermieri di comunità. dovranno rappresentare un punto di riferimento continuo per la popolazione, anche attraverso un’infrastruttura informatica e la dotazione di strumentazione multispecialistica, al fine di garantire la presa in carico del paziente residente nella comunità di riferimento. L’Ospedale di Comunità, infine, sarà destinato ai pazienti che necessitano di interventi sanitari di media/bassa intensità e per ricoveri di breve durata. Costituito da 20-40 posti letto con gestione prevalentemente infermieristica, tale struttura dovrà contribuire ad una maggiore appropriatezza delle cure e portare ad una sostanziale riduzione degli accessi impropri in ospedale.
L’assistenza domiciliare, le case e gli ospedali di comunità saranno coordinati dai Centri Territoriali di Coordinamento con l’intento di collegare e coordinare i vari servizi territoriali, socio-sanitari e ospedalieri, nonché la rete emergenza-urgenza. I centri di coordinamento dovranno garantire il controllo remoto dei dispositivi forniti ai pazienti, supportare lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari e costituire un punto di riferimento per i caregiver e le esigenze dei pazienti. Il modello di assistenza sanitaria previsto dalla missione 6 del PNRR mira a ridurre il ricorso al ricovero ed ad avvicinare l’assistenza sanitaria al cittadino, facilitandone l’accesso anche grazie a Tecnologie di Digital Heatlh. Gli obiettivi specifici ed principi ispiratori del nuovo modello di assistenza sanitaria sono:
- Assistenza domiciliare come primo punto di assistenza;
- Rete casa-servizi territoriali-ospedale;
- Espansione delle interazioni a distanza medico-paziente per la diagnostica e il monitoraggio;
- Piattaforma per lo screening di progetti di telemedicina e per l’epidemiologia;
- Cartella clinica elettronica collegata a piattaforma per la raccolta e l’analisi centralizzata dei dati;
- Espandere le iniziative di ricerca sulle tecnologie digitali per la salute e l’assistenza;
- Ampliare la formazione/informazione sulla salute digitale;
- Condivisione dei dati (screening, sorveglianza, privacy, sicurezza informatica).
Questo modello dovrebbe funzionare sia in emergenza che in tempi normali migliorando l’appropriatezza dei ricoveri ospedalieri e il costo delle cure. Per avere successo, il modello dovrà tuttavia essere continuamente supportato e migliorato dalla ricerca e dall’innovazione in Medicina Digitale ma anche da una specifica formazione/informazione degli stakeholders, dove le università avranno grandi responsabilità nella formazione di laureati con competenza trasversali sulla salute/medicina digitale. Si tratta di un progetto complesso e ambizioso in cui è necessaria una governance delle tecnologie con sorveglianza e raccomandazioni in linea con l’etica e i diritti fondamentali (privacy, security, cyber-security).