Un’esperienza da non perdere

Un’esperienza da non perdere

Ottobre 2018 Off Di Giovanni Brancato

Marta Russo Sanjuan-benito
Studentessa Erasmus “Incoming”

 

Per iniziare, presentati.

Hola, sono Marta Russo Sanjuan-benito, studentessa del 6 anno di medicina e chirurgia all’Università di Barcellona. Uno dei miei hobby preferiti è viaggiare considerata la mia grande curiosità e capacità di parlare molte lingue dato che fortunatamente sono italo-spagnola e ho anche vissuto in molti altri Paesi. Un altro mio hobby è uscire con gli amici per andare a scoprire la città e le sue tradizioni, soprattutto gastronomiche.

 

Quanto tempo hai vissuto a Roma per il tuo periodo di studio?

La mia esperienza Eramus è iniziata un anno fa a Roma, la città eterna, ed è durata esattamente 299 giorni durante i quali ho conosciuto persone meravigliose. Ho trovato casa a 200m dal Policlinico, esattamente a Via Borelli, il che mi ha permesso di vivere al 100% la vita da studentessa.

 

Come hai conosciuto il programma Erasmus?

Ho sempre saputo dell’Erasmus e che l’avrei fatto, l’unico problema è stato scegliere il dove. È stato molto facile accedere al programma, ma devo ammettere che la Sapienza non era la mia prima scelta. Ad oggi posso dire però che ne è valsa la pena, si è rilevata l’esperienza più bella della mia vita.

 

Perchè hai deciso di venire in Italia? E perchè alla “Sapienza”?

La scelta del Paese è stata facile, più che altro così avrei potuto finalmente dire d aver vissuto in Italia, uno dei miei due Paesi! E la scelta di Roma, in realtà, è stata casuale. Non è stata la mia prima, né tantomeno la seconda scelta, ma alla fine ho indicato Roma come meta perché non penso che sarei stata capace di vivere (specialmente per un anno) in una città piccola. Per quanto riguarda, invece, la scelta della Sapienza è stata ancora più casuale. Avevo come scelte Roma 1 e Roma 2. Nel momento della scelta ho selezionato Roma 1 perché ho pensato: “se è la 1, allora sarà migliore rispetto alla 2”. Lo so, lasciamo stare! Ma che ne potevo sapere? E dunque mi sono ritrovata alla Sapienza… per fortuna!

 

Come erano le tue giornate?

La giornata iniziava con una buona colazione con Teresa e Marta al bar Giglio con un cappuccino senza schiuma e un cornetto alla nutella (ora guardando indietro capisco perchè sono ingrassata). Verso le 9:00 andavo al Policlinico dove frequentavo le lezioni e facevo le “pratiche”, che venivano intercalate da varie pause caffè… ovviamente! A pranzo mangiavo di solito un pezzo di pizza al volo da Matrem e, subito dopo, via a scoprire Roma!!! Le chiese, le terrazze, i monumenti, la storia, ogni giorno si scopriva qualcosa di nuovo, ed ogni giorno mi innamoravo sempre di più di questa meravigliosa città, che ormai è diventata parte di me. Ovviamente, non poteva mancara un pit-stop Al baretto a prenderci tutti insieme con altri colleghi un Aperol Spritz… ogni tanto sbagliato!!!

 

Aspetti positivi di questo periodo in Italia?

Gli aspetti positivi sono stati tanti. Dall’aver conosciuto gente nuova (tra cui il mio attuale ragazzo), di aver migliorato il mio italiano usandolo quotidianamente, ad aver studiato in un’altra lingua. Un altro aspetto molto importante anche per il mio futuro è stato conoscere un altro sistema sanitario e vedere come funziona. In genere durante l’Erasmus ci sono pochissime cose negative, per lo meno per me, dunque, posso dire per lo più solo cose positive. I miei compagni di classe, alcune lezioni, Ia vita romana, tutto è stato un insieme di momenti che anche se non sono sempre stati stupendi, ora ci penso e li ritengo comunque positivi. Mi hanno aiutato a capire meglio me stessa e a migliorare tante di quelle cose del mio carattere che da tanti anni provavo a cambiare.

 

Hai già detto che non ci sono stati molti aspetti negativi in questa esperienza. Ma se dovessi indicarne alcuni, quali sarebbero?

Se così si può dire, come aspetto negativo ci può essere quello della solitudine. Comunque sei da sola in un città che non conosci, con gente che non conosci e senza amici o famiglia, ma in realtà ci metti molto poco a creartene di nuovi che poi diventeranno la tua famiglia durante quest’esperienza. Spesso infatti tutti quelli che non hanno fatto l’erasmus si domandano come mai in così poco tempo riesci a conoscere così tanto una persona e che essa diventi così importante nella tua vita, la realtà è che ciò e così perchè solo loro capiranno veramente quello che hai vissuto in quel preciso momento. Un secondo aspetto negativo è la “disorganizzazione” della Sapienza… È veramente un peccato perché si sa che i professori sono un élite nel loro ambito, ma non credo che sia accettabile che alcuni di essi arrivino anche 1:30h in ritardo, senza neppure scusarsi o quanto meno motivare l’accaduto… L’università è al servizio degli studenti e questo deve essere sempre rispettato, cosa che molte volte i professori dimenticano.

 

Cosa significa essere un giovane della “Generazione Erasmus”?

Appartenere a questa “Generazione” vuol dire praticamente essere parte di un gruppo di persone che hanno avuto la possibilità di crescere, imparare e divertirsi in maniera speciale, differente e incredibile. Come diciamo noi Erasmus: “Once Erasmus always Erasmus.”

 

Vivere questa esperienza quanto ha impattato nel tuo percorso di studi?

Per me è stato importantissimo, posso dire sinceramente che se non fosse stato per l’Erasmus probabilmente non mi sarei laureata in Medicina. Comunque è una laurea tosta, come dice mia madre: “è una maratona, non uno sprint”, ma per me si stava facendo troppo lunga e avevo veramente bisogno di respirare un’aria differente. L’Erasmus mi ha permesso di fare proprio questo, di continuare a studiare e non rimanere indietro e allo stesso momento ti dà una nuova prospettiva di quello che ormai vedevi come un obbligo e non più come una passione.

 

Quale eredità ti lascia l’Erasmus?

Mi porto di tutto. Impossibile scriverlo perché staremmo qui fino a dopodomani, ma posso solo dire che lo rifarei mille volte… anzi anche un milione di volte. È stata l’esperienza più incredibile e stupenda della mia vita, con tutti gli alti e bassi che ne derivano ma sinceramente lo preferisco così!

 

Consiglieresti ai tuoi coetanei di partecipare? E ai tuoi colleghi di medicina?

L’unica cosa che gli posso dire e la seguente: “se non lo farete siete dei matti!”.