Vaccini anti Covid-19: la Sapienza Vaccina e Studia
Maggio 2021 Off Di Giovanni BrancatoRoberto Cangemi
Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione
Il Ministero della Salute ha avviato la campagna di vaccinazione della popolazione atta a prevenire le morti da COVID-19 e raggiungere al più presto l’immunità di gregge per il SARS-CoV2. La campagna è partita in in modo effettivo il 31 dicembre 2020, dopo l’approvazione da parte dell’EMA del primo vaccino anti COVID-19.
In Italia sono stati autorizzati vaccini a tecnologia a RNA messaggero, come il Vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNtech e il Vaccino Moderna, e vaccini a vettore virale come il Vaccino Vaxzevria di AstraZeneca e il Vaccino Janssen (Johnson & Johnson). È noto che tutti i vaccini possiedono effetti collaterali ma la dura lotta alla Pandemia ha provato psicologicamente la popolazione tutta creando insicurezze e potenziali resistenze alla campagna vaccinale, che, è bene ricordare, al momento rappresenta l’unica arma disponibile in grado traghettare il paese fuori dall’emergenza sanitaria. La campagna vaccinale necessita inoltre di essere progettata e realizzata con una visione di lungo termine, è infatti probabile la necessità di richiami nel prossimo futuro o di aggiustamento dei vaccini stessi in caso dell’emergere di eventuali varianti resistenti del SARS-CoV2. Per una adeguata pianificazione sarà quindi indispensabile da una parte comprendere l’efficacia e la durata dei vaccini somministrati, dall’altra conoscerne possibili effetti avversi.
La Sapienza e l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I, hanno avviato insieme uno studio osservazione di monitoraggio clinico e immunologico del proprio personale sottoposto a vaccinazione anti-Sars-CoV-2. Tra gli scopi dello studio vi è quello di valutare nel tempo la risposta anticorpale, valutando la quantità e qualità della risposta immunitaria anti-Spike, indotta dalla vaccinazione, e di seguire contemporaneamente la dinamica dell’eventuale infezione, e quindi l’efficacia protettiva del vaccino, tramite la misurazione del titolo di anticorpi contro la Nucleoproteina (N), specifici dell’infezione naturale. Il monitoraggio ha anche lo scopo di registrare gli eventi avversi della vaccinazione, di valutare eventuali associazioni tra risposta al vaccino e le caratteristiche sociodemografiche e di comorbidità dei soggetti arruolati ed infine di valutare l’impatto del vaccino sulle abitudini di vita. La prima fase della ricerca ha coinvolto oltre 2000 volontari, reclutati tra il personale sanitario e non, vaccinati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I. I dati disponibili sui primi 1000 operatori sanitari che hanno aderito allo studio, raccolti ad un mese dalla seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech, hanno mostrato chiaramente che gli eventi avversi dopo vaccinazione sono di scarsa o nulla rilevanza clinica. Circa il 50% dei soggetti reclutati non presentava infatti alcun evento avverso, l’altro 50% effetti per lo più lievi che scomparivano entro le 72 ore dalla vaccinazione. Gli effetti avversi più comuni erano il dolore all’arto sede dell’inoculazione, sintomi simil-influenzali e linfoadenopatie. Meno frequentemente sono stati registrati manifestazioni dermatologiche, manifestazioni oculari e sintomi gastrointestinali. Gli eventi avversi percepiti come severi dal paziente si sono verificati in circa l’1% dei vaccinati e in nessun caso è stato necessario il ricovero in ambiente ospedaliero. Una seconda fase dello studio sta coinvolgendo gli studenti della Facoltà di Medicina e Odontoiatria della Sapienza, a cui è stato somministrato il Vaccino Vaxzevria di AstraZeneca al fine di far sì che gli studenti che frequentano i reparti siano vaccinati, oltre ad essere protetti dai “dispositivi di protezione individuale” (DPI). A questo proposto, i questionari somministrati ai vaccinati hanno dimostrato come il personale della Sapienza abbia un comportamento virtuoso, continuando ad utilizzare i DPI e a seguire le regole di protezione individuale.
Con il coinvolgimento del proprio personale e dei propri studenti, la Sapienza sta mostrando quindi di essere in prima linea in questa campagna di portata storica, in cui conoscere e sapere informare sul corretto utilizzo dei vaccini, sui loro benefici come sui loro limiti, rappresenta la possibilità più concreta di uscire finalmente dalla pandemia.